Nato il 28 maggio 1897 a Pistoia, da Federico, ufficiale dell'esercito, e Maria Bruscaglia, Umberto Calvello è stato un asso dell'aviazione della Regia Marina, insieme a Orazio Pierozzi e Federico Carlo Martinengo. Fu accreditato di cinque vittorie nella prima guerra mondiale e meritevole di una medaglia di bronzo e due d'argento.

Segue un breve elenco di fatti salienti.

Nel luglio del 1916 si arruola volontario in Marina. Aspirante Guardiamarina. Viene ammesso alla Scuola di Taranto.

251ª Squadriglia dall'aprile 1917.

30 giugno 1917 missione notturna su Trieste che gli vale una medaglia di bronzo.

26 settembre 1917, brevetto di pilota e promozione a guardiamarina.

Novembre 1917, tredici missioni di guerra durante la ritirata di Caporetto.

1 gennaio 1918 passaggio alla 260ª Squadriglia, comandata da Martinengo. Qui impiegherà il Macchi M.5. Compie parecchie missioni di ricognizione, attacco ai palloni drachen, intercettazione e attacco al naviglio nemico. Adotta come insegna personale il popolare personaggio di "Fortunello" del "Corriere dei Piccoli". L'attività di questo periodo gli frutta la sua prima medaglia d'argento.

22 aprile scorta dei bombardieri inviati ad attaccare la corazzata austriaca SMS Tegetthoff "Viribus Unitis", impegnata in un ciclo di esercitazioni al tiro nelle acque antistanti Fasana. Abbattimento di un "K", in cooperazione col pilota Andrea Rivieri.

4 maggio Martinengo e Pierozzi, di scorta a un apparecchio in ricognizione fotografica su Trieste, vengono intercettati dagli aerei guidati dall'asso dell'aviazione di marina austro-ungarica Gottfried von Banfield. Calvello, insieme ad altri quattro aerei, viene in soccorso. Abbattimento di tre aerei nemici "Ago" (vedi Le vittorie). Nell'operazione Calvello viene lievemente ferito da una scheggia di granata. Questa operazione gli valse la seconda medaglia d'argento.

Giugno 1918 difesa di Venezia. In questi mesi Calvello svolge varie mansioni: dalla caccia alla scorta a bombardieri e ricognitori, voli per portare gabbie di piccioni viaggiatori alle spie italine dietro le linee austriache in Veneto.

Il 19 settembre, Calvello scorta i bombardieri SIA 9 della 1ª Squadriglia Navale Siluranti Aeree di Gabriele d'Annunzio nella missione di bombardamento su Pola.

Il 31 ottobre durante un'azione nei pressi di Caorle, il velivolo di Calvello viene colpito al motore dal tiro contraereo ma riuscì a planare nelle paludi di Alberoni. Mentre i compagni tengono a distanza gli austriaci, Ravazzoni ammara vicino al Calvello che nel frattempo ha sfondato lo scafo del Macchi per affondarlo. Dopo aver alleggerito il velivolo, Calvello si mette ai comandi mentre Ravazzoni si posiziona sotto il motore. Dopo una lunga, interminabile corsa l'idrovolante riesce faticosamente a decollare, vanamente inseguito dalle fucilate austriache, portando in salvo i due piloti.

2 novembre partecipa alla presa di Trieste.

1 dicembre assegnato alla Stazione Idrovolanti di Trieste.

1 luglio 1919 ritorno a Venezia.

10 agosto 1919 schianto nella laguna di Venezia col velivolo SIAI S.9, che stava collaudando, e morte. "A ventidue anni è sparito brutalmente, quando tutto in lui era fervore per recare in cieli stranieri il nome d'Italia."

12 agosto 1919 funerale a Venezia. Elogio funebre a cura del Comandante Denti, a nome dell'ispettore dell'aeronautica. Il colonnello Godilio ha letto una lettera inviata da Gabriele d'Annunzio. Il corpo di Umberto Calvello viene tumulato nel "Recinto dei Valorosi" dell'isola cimiteriale di San Michele.